(Genova, 1889 – Genova, 1962)
Paolo De Barbieri fu uno dei maggiori liutai del 900 ed uno stimato pittore. Discendente da un’antica famiglia genovese ma con spirito indipendente, nel 1902 s’imbarcò come mozzo su una nave mercantile facendo ritorno a Genova solo nel 1908. Durante il servizio militare svolto in Marina, ebbe modo di partecipare alla celebre impresa dei Dardanelli, ottenendo una medaglia. Decorato anche durante la Prima Guerra Mondiale, terminato il conflitto iniziò a lavorare come apprendista presso il liutaio Cesare Candi, quindi intorno al 1919 aprì il proprio laboratorio in piazza Paolo da Novi a Genova.
Nella sua lunga e prestigiosa attività artistica, che comprese anche decine di apprezzati quadri, ottenne importanti riconoscimenti tra i quali la Medaglia d’Oro all’Esposizione Internazionale di Barcellona del 1929, Medaglia celebrativa al V Concorso Nazionale di Liuteria della Reale Accademia Filarmonica Romana nel 1929, Medaglia d’Oro a Tampa (Florida) nel 1931, Medaglia d’Argento al Concorso di Liuteria moderna Celebrazione Stradivari a Cremona nel 1948, Medaglia d’Oro al III Concorso Nazionale di Liuteria Contemporanea a Roma nel 1956, Medaglia d’Oro alla Mostra dell’Artigianato di Firenze nel 1957.
Nomina a Maestro Liutaio, fuori concorso, conferitagli dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con lettera autografa del Presidente datata 12 marzo 1957.
Fu conservatore del violino di Paganini, detto il Cannone, costruito da Giuseppe Guarneri del Gesù a Cremona nel 1743, custodito a Genova a Palazzo Doria-Tursi, sede del Comune.
Creò circa seicento fra violini, viole e violoncelli, acquistati in ogni continente dai più grandi musicisti e collezionisti del mondo. Nel 1960 rappresentava a Liegi, sotto l’Alto Patronato della Regina Elisabetta del Belgio, l’arte della liuteria, onorando Genova e l’Italia.
Suo figlio Renato De Barbieri (Genova 1920 - Trento 1991) fu violinista di fama internazionale.
Nel 2015, su proposta del Sindaco di Genova, è stato tumulato nel Pantheon del Cimitero di Staglieno (Genova), dove riposa accanto a Carlo Barabino, Edoardo Maragliano, Aldo Gastaldi e altri genovesi illustri